Il fenomeno degli abusi edilizi ormai ha assunto contorni assai notevoli; da una parte alcune Regioni cercano di trovare soluzioni alternative alle demolizione sistematica di interi quartieri abusivi, dall'altra lo Stato che cerca di ribadire il principio di legalità e rispetto delle regole.
Lo stato di necessità può essere invocato solo in relazione ad un pericolo attuale e transitorio di danno grave alla persona, e non anche risolvere l'esigenza abitative del nucleo familiare
Il principio della "doppia conformità" risulta finalizzato a garantire l'assoluto rispetto della "disciplina urbanistica ed edilizia" nei due momenti relativi all'esecuzione dell'opera e alla presentazione dell'istanza di sanatoria.
La sussistenza di tale onere probatorio grava all'interessato in quanto può fornire inconfutabili atti ed elementi probatori capaci di radicare la ragionevole certezza dell’epoca di realizzazione dell’abuso.
La corte ha ritenuto illegittimo un provvedimento restrittivo con cui il comune ordinava al privato la demolizione di un manufatto, acquistato in epoca assai successiva rispetto all'accertata consumazione dell'abuso edilizio.
Pochi mesi dopo l'approvazione della L. 47/85 una circolare chiariva l'applicabilità dell'art. 26 ai casi di frazionamento e fusione tra unità immobiliari entro la stessa costruzione
Convalidata la proroga del termine per definire i condoni 1985 e 1994 giacenti, chiarendo anche l'ammissibilità dei suddetti condoni nelle aree a vincolo d'inedificabilità parziale imposti anche dopo l'abuso
Lo scopo era quello di prevenire il più grave reato della lottizzazione abusiva: il Legislatore con questa procedura intendeva impedirlo tramite l'informazione preventiva al Comune.
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269, recante disposizioni urgenti per favorire lo sviluppo e per la correzione dell'andamento dei conti pubblici.