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Direttiva Case Green

Modificata rispetto all’originaria proposta, gli Stati Membri UE saranno delegati a raggiungere obbiettivi prefissati

Come avevo già anticipato, non esiste alcuna Europa che voglia espropriarvi la casa se non ristrutturate per risparmio energetico entro certi parametri e scadenze previste dalla Direttiva sulle abitazioni ecologiche. Rispetto all’originaria versione proposta, la Direttiva è stata modificata in modo positivo e congruente, quindi non c’è alcun motivo di preoccuparsi: vi avevo anche invitato di evitare notizie coi titoli sensazionalistici, e di seguire persone competenti che spieghino chiaramente i dettagli aggiornati.
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La Direttiva U.E. sulle case Green, la Energy Performance of Building Directive (EPBD), sta diventando definitiva: il testo definitivo andrà in approvazione all’Europarlamento a metà marzo 2024, per poi affrontare l’ultimo passaggio al Consiglio Europeo.

Rispetto alle versioni precedenti, le nuove disposizioni sono meno apocalittiche, in quanto sono previsti diversi obbiettivi di risultato da raggiungere come la riduzione del consumo medio di energia degli edifici, anziché un’uniforme efficienza energetica per tutti gli edifici.

Ogni Stato membro dovrà adattare le proprie strategie e normative per riqualificare ed efficientare i propri immobili; l’Italia, purtroppo, ha una situazione critica con una percentuale significativa di edifici poco efficienti, e ciò richiederà sforzi considerevoli per adeguare il patrimonio immobiliare. Gli obiettivi stabiliti entro il 2030 e 2035 mirano a ridurre le emissioni e i consumi energetici, con possibili incentivi statali, in misura rispettivamente pari a 16 % e 22% (in vista anche nuove forme di Ecobonus?).

Penso che sarà l’occasione per rivedere la normativa italiana sull’efficientamento energetico (D.Lgs. 192/05 e L. 10/91), ma sarà anche necessario affrontare prima di ogni altra cosa il profilo di irregolarità urbanistica per diversi immobili (nuovo Condono edilizio di Salvini?).

Ribadisco quindi: non c’è alcuna minaccia di esproprio o vincolo immobiliare, la ristrutturazione dell’immobile non è un’imposizione espropriativa, ma una indicazione per raggiungere gli obiettivi stabiliti dalla Direttiva, vedremo come verrà recepita e attuata dall’Italia. Qui trovi anche il mio video commento:

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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