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Lo Sportello unico edilizia deve accettare CILA, SCIA e Permessi per via telematica, ma non tutti possono stampare progetti in vari formati

Ho letto l’interessante post di Braian sulla pagina “Ingegneria e Dintorni”, pubblicante un comunicato dal Collegio dei Geometri di Brescia circa la richiesta di copia cartacea della pratica edilizia, dopo il relativo caricamento telematico su apposito portale.

Addirittura, leggendo testualmente, sembrerebbe che la mancata presentazione cartacea impedirebbe la protocollazione dei documenti digitali.

In questa situazione i Tecnici professionisti si trovano a dover duplicare gli adempimenti: prima devono compilare la notevole documentazione richiesta dalla normativa, dopo di ché devono provvedere a consegnare la medesima copia cartacea al Comune.

Infatti non è detto che un Comune sia dotato di risorse umane, appositi stampanti e plotter per riprodurre in cartaceo qualsiasi documentazione ricevuta in via telematica, che sia PEC o caricamento da specifici portali. E vi assicuro che queste fasi portano via tempo.

Ed ecco che possono capitare richieste dal Comune di avere la cosiddetta “copia cortesia” cartacea del fascicolo documentale inviato in digitale, in quanto la sua valutazione in versione stampata è migliore e immediata rispetto a quella effettuata “a schermo”. Anche a me sono state avanzate richieste simili, a cui ho provveduto (o dovuto provvedere) affermativamente, consegnando quella chiamiamo “copia studio”.

Mi sono messo nei panni dei dipendenti pubblici i quali, anche con tutta la buona volontà, valuterebbero male a schermo certi elaborati grafici grandi, quelli in formato superiore all’A1.

Anche a me capita di visionare miei elaborati o di altri colleghi tramite un monitor 24 pollici o superiore: forse con un maxi-schermo è astrattamente possibile, ma effettivamente mi rendo conto che la percezione e lettura di un progetto edilizio a tutto schermo è completamente diversa (e peggiore) rispetto al buon vecchio cartaceo, più immediato.

Tuttavia la prassi di chiedere la copia cartacea “”cortese” sarebbe in contrasto con il deposito telematico imposto agli sportelli unici per l’edilizia di ogni comune, come previsto dall’articolo 5 comma 4-bis DPR 380/01:

4-bis. Lo sportello unico per l’edilizia accetta le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni, le comunicazioni e i relativi elaborati tecnici o allegati presentati dal richiedente con modalità telematica e provvede all’inoltro telematico della documentazione alle altre amministrazioni che intervengono nel procedimento, le quali adottano modalità telematiche di ricevimento e di trasmissione in conformità alle modalità tecniche individuate ai sensi dell’articolo 34-quinquies del decreto-legge 10 gennaio 2006, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 marzo 2006, n. 80. Tali modalità assicurano l’interoperabilità con le regole tecniche definite dal regolamento ai sensi dell’articolo 38, comma 3, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e successive modificazioni. Ai predetti adempimenti si provvede nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

Siamo in piena epoca di edilizia digitale, ma a volte serve il cartaceo

Sempre per cortesia, il Tecnico professionista è un po’ “costretto” a soddisfare la richiesta o seguire certe pressi di consegnare anche la pratica edilizia in versione cartacea, anche per mantenere un rapporto cordiale con la P.A., per certi aspetti indispensabile ad innescare invece atteggiamenti “negativi”. E ho detto tutto, ci siamo capiti.

Forse anche in questa vicenda la verità sta nel mezzo: la P.A. presenta ancora situazioni di arretratezza di strumenti e risorse umane, non riuscendo a soddisfare il progresso digitale accelerato negli ultimi anni.

Sempre più immersi in una mentalità di Stato Legittimo degli immobili, sempre più vicini (e ancora lontani) dall’approccio di Fascicolo di Fabbricato, credo che ancora non sia possibile abbandonare la carta e inchiostro.

Diciamo pure che la stessa difficoltà avviene anche alla rovescia, cioè nel caso di accesso agli atti relativi a pratiche trasmesse a livello digitale: l’Amministrazione non fornisce di solito copia cartacea, bensì i file ricevuti telematicamente. Se l’accesso agli atti viene svolto da soggetti diversi dai Tecnici, difficilmente avranno un plotter a disposizione e dovranno rivolgersi in copisteria per farsi stampare la propria “copia cortesia”.

E’ la rivoluzione digitale, baby.

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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