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Sbagliato definire così i paesini e abitati sparsi quando in urbanistica hanno origini diverse.

Attualmente il termine “borgo” viene molto utilizzato nel settore turistico per promuovere alcune piccole realtà che costellano il territorio aperto italiano.

Nella storia urbanistica italiana il borgo ha caratterizzato molto lo sviluppo degli insediamenti antichi medioevali, aventi una dinamica di crescita urbana tipicamente compiuta con l’ampliamento delle mura stesse, andando ad inglobare le porzioni di territorio circostanti.

Le città medioevali erano precisamente separate dal territorio aperto attraverso la barriera fisica delle mura, che si configuravano come una vera cerchia o cortina muraria.

Questa cerchia muraria, a prescindere dalla forma del suo sviluppo, era interrotta dalle porte medioevali, e tale insieme costituiva una vera e propria architettura medioevale.

Le porte medioevali si edificavano in corrispondenza di tracciati stradali preesistenti, e nel medioevo questi erano l’unico sistema di trasporto di merci e persone.

Le città murate rappresentavano il luogo della sicurezza, un agglomerato dove vivere per i cittadini stanziali e un luogo rifugio per il contado circostante nel momento di guerre e di pericolo.

Da sempre la città è il luogo del commercio e degli affari.

Le mura medioevali non costituivano solo separazione fisica tra città e territorio ma anche separazione giuridica.

I regolamenti e statuti medioevali delle città disponevano prescrizioni e “ordinamenti” differenziati tra chi operava all’interno o all’esterno delle mura, e il commercio era una delle principali materie ad essere severamente normata (e tassata) dalle istituzioni locali.

L’accesso dei commercianti (o meglio, mercanti) all’interno del castello e delle mura aveva quindi una precisa regolamentazione, spesso assai selettiva in termini di merci e tipologie e…di tassazione.

Ciò ebbe la conseguenza che una parte dei mercanti decidessero di svolgere l’attività all’esterno delle mura castellano, disponendosi lungo le viabilità e sopratutto, in vicinanza delle porte di accesso delle mura.

Col tempo le attività dei commercianti, avviate in forma più o meno “precaria”, si stabilizzava e pertanto le strutture precarie dei mercanti si evolvevano in costruzioni in pianta stabile.

Ed ecco quindi che i tendoni vengono sostituiti da portici, sopra i quali poi si vengono a sopraelevare le abitazioni multipiano disposte a schiera.

Questa dinamica di crescita extraurbana prettamente lineare prese il nome di borgo fin dal medioevo.

Centinaia di centri storici italiani sono caratterizzati da questo modello insediativo, che comportava l’insediamento di abitanti e attività fuori delle mura mediovali della città, del paese o del castello.

Dall’altra parte la crescita abitativa, e del cosiddetto carico urbanistico interno delle città, rese necessario in moltissimi casi l’espansione della città stessa, realizzando nuove cerchie murarie più esterne e inglobando questi borghi formatisi lungo le direttrici viarie.

Il termine “borgo” poteva quindi indicare insediamenti situati sia all’interno che all’esterno delle mura cittadine, e che in molti casi connotavano un preciso toponimo urbano (odonomastica).

Tipico esempio è la città di Firenze, la cui espansione medioevale e rinascimentale è avvenuta con diverse crescite urbane attuate con diversi nuovi anelli murari, arrivando ad inglobare gli ancora odierni Borgo La Croce, Borgo Ognissanti e Borgo San Frediano.

Altro esempio lampante è la città di Bologna, caratterizzata dalla diffusa presenza di porticati che costeggiano molte strade di questo centro antico.

Nella storia urbanistica il borgo era una propaggine della città murata.

Si assiste invece all’uso del termine “Borgo” per indicare il piccolo paesino isolato, che nulla ha a che vedere con la storia e sviluppo urbano della città o del castello.

Per borgo si deve intendere un tessuto insediativo ad alta densità antropica, con funzione mista residenziale-commerciale e con prevalente forma lineare, inizialmente sviluppatosi esternamente in prossimità delle mura medioevali.

Quindi non è corretto indicare o qualificare come borgo un piccolo abitato sparso, pure di modeste dimensioni, che forse potrà vantare una fondazione/formazione di castello o paese dotato di mura castellane, ma sprovvisto di questi tessuti edificati extramoenia (fuori delle mura).

In rarissimi casi i “borghi dei mercanti” si formavano in particolari luoghi senza la città murata, nei luoghi favorevoli per il commercio, quindi in zone pianeggianti, all’incrocio di viabilità importanti o addirittura in punti di intersezione tra vallate. Tali forme insediative nascevano in maniera più o meno spontanea, alcune delle quali si sono sviluppate in maniera considerevole proprio per la loro capacità attrattiva sul piano del commercio; anche in queste aree si ripeteva poi la suddetta dinamica di sviluppo, che in certi casi hanno portato al bisogno di essere incastellate e protette da cinte murarie.

Nei casi di piccoli abitati sparsi in territorio aperto si evidenzia che il termine più appropriato da usare sia “borgata” anziché borgo.

Per spiegare da un punto di vista etimologico il termine borgo si deve attingere a piene mani dalle corrette definizioni riportate da Wikipedia:

Borgo è già attestato nel latino tardo; lo scrittore romano Vegezio utilizza infatti burgus nel IV secolo per il suo manuale d’arte militare. La parola deriverebbe dal greco πύργος (pýrgos, “torre”, “fortezza”); un’altra ipotesi è che burgus provenga dal germanico burgs (cfr. gotico baurg e antico alto tedesco burg “città fortificata, castello”)[4]. I due termini sono comunque imparentati[5] tra loro, provenendo entrambi dalla forma indoeuropea BhERGh connessa al concetto di protezione. Le forme borough e burgh, rispettivamente inglese e scozzese, derivate dal germanico Burg(h), erano usate come suffisso nella toponomastica col significato di “città ad amministrazione autonoma”, mentre la forma tedesca Burg col significato di “cittadella”.

Non avendo sufficienti basi in materia di etimologia si conclude che il termine borgo è più attinente ai grandi e medi centri cittadini, e inappropriato per indicare la singola piccola realtà di centro abitato isolato o sparso nel territorio agricolo, per questi è più appropriato “borgata”.

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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