Il pregiudizio all'assetto del territorio causato da illeciti edilizi richiede analisi complessiva e non atomistica

Per interventi riguardanti modifiche strutturali locali o globali dovrà essere allegata una nuova scheda.

Carlo Pagliai
Autore
Si tratta di un adempimento introdotto dalla Circolare n° 15 del 30 aprile 2015 emessa dal Ministero dei Beni Culturali e relativi al patrimonio edilizio storico vincolato, da svolgere unitamente alla richiesta di autorizzazioni e pareri.
La scheda non consiste in una documentazione tecnica rispetto a quella prescritta dalle vigenti procedure, bensì di un semplice documento di sintesi avente scopo ricognitivo relativo all’unità o immobile oggetto d’intervento; non sarà quindi un ulteriore elaborato gravante sul lavoro degli strutturisti operanti in un settore particolare.
La circolare ministeriale sottolinea che il patrimonio edilizio storico, alla luce dei diversi eventi sismici, si è rilevato maggiormente vulnerabile rispetto alle tipologie più recenti; essa sottolinea che gli effetti dannosi derivano dal grado di carenza strutturale determinato a causa di passati o recenti interventi di strutturali ritenuti ininfluenti, che hanno di converso alterato la risposta strutturale alle sollecitazioni sismiche da parte della struttura globale.
Il provvedimento entra anche in merito alle tipologie di intervento strutturale, e prescrive quanto segue:
- intervento di riparazione locale o più estesi: dovranno essere attuati secondo l’approccio del “miglioramento sismico” ammesso dalle vigenti NTC come previsto dall’Art. 29 del Codice dei Beni Culturali e trattato coi criteri della Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 9 febbraio 2011 recante “Valutazione e riduzione del rischi sismico del patrimonio culturale con riferimento alle NTC per le costruzioni di cui al DM 14 gennaio 2008;
- manutenzioni straordinarie: nella valutazione degli interventi , anche quanto non riguardano elementi portanti e capaci di influenzare il comportamento strutturale globale, dovranno prendere in esame le eventuali interazioni con l’assetto e la risposta strutturale dell’edificio e prevederne idonee misure di mitigazione e riduzione della vulnerabilità (ad esempio realizzazione o modifiche della forometria interna/esterna, introduzione di pavimenti più pesanti, modifiche del manto di copertura o della distribuzione dei tramezzi interni, tracce o fori incidenti sulle sezioni resistenti);
Lo scopo di questa nuova procedura sono molteplici, ovvero sensibilizzare i soggetti coinvolti nel processo edilizio, rilevare le possibili criticità in situ, effettuare un’efficace monitoraggio della vulnerabilità sismica e a migliorare il censimento telematico di questo aspetto inserendo i dati nella piattaforma digitale “Communitì Mibac”.
La raccolta di tali dati potrà consentire, ad esempio, la redazione di specifiche mappe del rischio su formato GIS.
SCARICA LA SCHEDA E CIRCOLARE 15 del 30 Aprile 2015 →
CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica negli atti notarili e commerciabilità degli immobili
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