Skip to content
panoramica città milano

Si avvicinano procedimenti restrittivi e cautelativi derivanti dalle indagini sui presunti abusi edilizi contestati

Mentre molti commentano gli aspetti politici e morali relativi alle persone coinvolte nelle inchieste sulle “ristrutturazioni edilizie gonfiate” e sullo stravolgimento delle previsioni pianificatorie urbanistiche, preferisco focalizzarmi sulla parte oggettiva del problema: esistono scenari risolutivi e correttivi al problema?

Per carità, mica intendo glissare su quel poco che trapela dai giornali in merito ai metodi di corruzione e di sistema contestato dalla Procura ai vari protagonisti: i tratti di intercettazione pubblicati sui giornali non lasciano ben sperare, addirittura qualcuno ha parlato di “piano regolatore ombra“.

Temo che si fosse consolidato un sistema collaudato per semplificare ai soliti amici le procedure edilizie, perchè a Milano bisognava costruire tanto, a prezzi folli e subito: ergo, l’obbligo di pianificazione attuativa se ne è andato in batteria, come anche i permessi di costruire normali o convenzionati.

Una SCIA, e via !!

Questo era il motto che appare consolidato: velocità e costruire. Almeno così, stando a quanto ricostruito dai giornali e dalle accuse contestate. Personalmente mi ero accorto che qualcosa non quadrava su Milano a partire dal 2020, durante lo svolgimento di alcune consulenze Superbonus per alcuni professionisti di quel territorio, essi insistevano a dire che per demolire piccole costruzioni esistenti e sostituirle con palazzoni multipiano bastava la SCIA alternativa al Permesso. In queste occasioni ho fatto molta fatica, e in buona parte senza successo, a cercare di convincerli che stavano facendo qualcosa non ammesso dalle norme. Per questi motivi feci ricerca e pubblicai articoli relativi ai limiti posti alla SCIA alternativa al permesso di costruire, rilevando anche quelle possibili zone grigie di interpretabilità (che per onestà intellettuale, non oso certo negare), ma non sufficienti a mio avviso a giustificare interventi rilevanti come quelli contestati dalla Procura.

Scenari e soluzioni possibili.

Non ci giriamo intorno: di fronte a questo problema, anche di fronte a possibili ipotesi di prescrizioni a livello penale, gli scenari possibili potrebbero essere:

  1. i giudici assolvono i responsabili coinvolti, finisce tutto in una bolla di sapone con danni a lungo termine sul territorio e l’economia. Praticamente, come l’assalto ai forni di manzoniana memoria;
  2. i giudici condannano i relativi responsabili, e conseguentemente si attiveranno i poteri repressivi sanzionatori previsti anche dall’articolo 31 DPR 380/01, e pertanto:
    • ordinanza di demolizione per lottizzazione abusiva o assenza di permesso, che può essere emessa anche in caso di prescrizione penale. In teoria, per demolire quanto astrattamente contestato finora, occorrerebbe una manovra economica e una isola grande come la Corsica per portarvi le macerie;
    • acquisizione gratuita, in caso di mancata demolizione, con possibile mantenimento dell’opera per interessi pubblici, previa valutazione del Consiglio comunale, oppure conseguente demolizione ad opera del competente ente pubblico in danno al proprietario o responsabile;
  3. Condono urbanistico-edilizio: stavolta non sarà sufficiente neppure l’ipotetica riedizione del primo condono edilizio ex L. 47/85, per opere effettuate almeno fino a pochi mesi fa. Intanto non è proprio pensabile farne uno circoscritto a livello territoriale per disparità di trattamento tra cittadini, perchè in molte altre regioni codesto tipo di problema è quotidiano.

In tutti i casi, nel mezzo a subirne le possibili conseguenze negative ci sono le famose “famiglie sospese”, ossia coloro che hanno firmato preliminari versando importi notevoli, cioè comprando su progetto. Purtroppo, come già scritto anche nei miei libri, la loro buona fede non sarà di rilievo per uscirne con soluzioni. Forse potevano prevenire il problema facendosi affiancare da Tecnici abilitati preparati, magari di altre zone, per sollevare almeno dubbi circa l’inquadramento della categoria di intervento edilizia e dei relativi procedimenti.

Purtroppo, nel paese in cui Totò vende la Fontana di Trevi all’ignaro turista americano, bisogna tenere otto occhi aperti. Non è proprio una novità.

Tutti i diritti sono riservati – all rights reserved

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare CONTATTI E CONSULENZE

Articoli recenti

Torna su