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Lo strumento urbanistico attuativo deve risultare conforme e coerente con quelli sovraordinati

Esiste da tempo una norma nazionale che disciplina la procedura di adozione e approvazione del Piano di Recupero (acronimo PdR), cioè la L. 457/78 agli articoli 27 e seguenti. In tal senso poi hanno provveduto a disciplinare la materia anche (e sopratutto) le norme regionali.

Si tratta di una particolare forma di strumento urbanistico attuativo, cioè un livello di pianificazione attuativa inferiore a quella dello Strumento urbanistico generale del Piano Regolatore Comunale.

L’ambito applicativo del Piano di Recupero riguarda la “rigenerazione” degli immobili, dei complessi edilizi, degli isolati e delle aree ricadenti all’interno del perimetro delle zone connotate da condizioni di degrado espressamente individuate dal Piano Regolatore Generale del Comune.

APPROFONDIMENTO PIANO DI RECUPERO: Potenzialità e procedure

Un Piano di Recupero può essere finalizzato alla conservazione, alla riqualificazione, alla ricostruzione e alla migliore utilizzazione del patrimonio edilizio stesso; la sua concreta attuazione può avvenire anche con interventi di edilizia diretta di completamento, ristrutturazione edilizia, di sostituzione edilizia o di ristrutturazione urbanistica.

Essendo il PdR uno strumento attuativo, questo contiene la specifica disciplina da applicarsi nell’area o lotto interessata dallo stesso strumento. Questo insieme di regole e indirizzi in quale modo si pone nei confronti dello Strumento urbanistico generale, meglio noto come Piano Regolatore?

Oppure: se il Piano di Recupero è praticamente una “regola”, c’è la possibilità che possa essere in contrasto con altre regole di pianificazione territoriale e urbanistica. In altre parole non devono sussistere più regole contemporaneamente sullo stesso lotto o zona.

Contenuti generali del Piano di Recupero

Molto spesso il Piano di Recupero porta a modificare i seguenti aspetti, andando a derogare quelli già previgenti nelle Norme Tecniche attuative del PRG:

  • Destinazione d’uso e utilizzazione dell’area;
  • Indici e parametri edificatori;
  • Distanze legale e altezze;
  • Prescrizioni di intervento sulle modalità costruttive, tipo materiali, tecniche e allineamenti.
  • Ecc.

Per questo il Piano di Recupero solitamente è corredato da documenti essenziali quali:

  1. Elaborati grafici e cartografia, progetti e schemi di urbanizzazione;
  2. Norme Tecniche Attuative
  3. Relazione generale e fattibilità
  4. Schemi di convenzione
  5. Valutazione economica e finanziaria.

Le norme regionali in questo senso hanno sicuramente integrato la disciplina del Piano di Recupero nella propria legge sul Governo del territorio.

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Piano di Recupero in funzione del PRG

A livello generale l’adozione e/o approvazione del Piano attuativo può presentarsi con due casistiche alternative, cioè quelle che risultano:

  • pienamente conformi al PRG comunale;
  • in contrasto al PRG Comunale, richiedendo contestuale variante del PRG comunale, per raccordarne la coerenza e conformità con lo strumento attuativo proposto.

In altre parole, il Piano attuativo deve essere sempre coerente e conforme allo strumento urbanistico generale, soprattutto per quanto riguarda il dimensionamento dei carichi insediativi, degli standard urbanistici e dotazioni territoriali, delle scelte pianificatorie di interesse pubblico e pertanto non può porsi in contrasto col PRG.

Qualora vi sia contrasto tra la proposta di Piano attuativo e PRG, occorre variare anche quest’ultimo affinché siano conformi reciprocamente. Il Comune può individuare le zone soggette all’approvazione del PdR, oppure il soggetto privato può proporre di propria iniziativa un PdR nei modi e termini previsti dalle norme.

Occorre aggiungere che il Piano di Recupero, pur essendo strumento attuativo, deve risultare conforme e coerente con apposita valutazione a tutti gli strumenti urbanistici e di pianificazione sovraordinati e/o di settore, ad esempio:

  • Piano Territoriale di Coordinamento provinciale;
  • Piano Territoriale regionale;
  • Piani Paesaggistici;
  • Piani di Assetto Idrogeologico e idraulico;
  • Piani Acustici;
  • Piani ambientali di vari enti;
  • Vincoli specifici o areali;
  • eccetera

Essendo l’anello più basso della catena di pianificazione territoriale, ciò comporta che debba risultare conforme a tutti la strumentazione urbanistica superiore o collaterale al Piano di Recupero.

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CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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