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Si profilano diverse ipotesi per rimodulare la detrazione fiscale che agita il settore edilizio e costruzioni

Circolano con maggior frequenza le indiscrezioni, ipotesi e bozze non confermate circa la revisione del Superbonus per l’anno 2023.

Le ipotesi di rimodulazione sono diverse, prime tra tutti il possibile ribasso dell’aliquota 110% che potrebbe scendere fino all’80%, andandosi ad affincare a quella già esistente per i bonus minori come Sismabonus.

Questa scelta avrebbe lo scopo di “responsabilizzare” maggiormente il committente, che verrebbe chiamato sempre a pagare in accollo una quota minoritaria dell’intervento. Inutile dire che alla ipotetica riduzione dell’aliquota, vi andrà aggiunta anche la certa riduzione dello sconto praticato dal soggetto che acquista il credito fiscale.

Altro scenario aggiuntivo e combinabile a sopra riguarda la possibilità di salvaguardare coloro che hanno avviato, o stanno per avviare l’intervento coi relativi benefici fiscali: in effetti si rende necessario tutelare almeno questi contribuenti con una sorta di “diritto acquisito” a proseguire i lavori mantenendo le condizioni fiscali iniziali.

Potrebbero fare leva su condizioni di accesso quali l’avvenuta presentazione di titoli edilizi/CILAS, oppure per stato avanzamento lavori, oppure per pagamenti, stipula di contratti di appalto, oppure combinatamente tra loro. Vedremo come verrà sciolto questo nodo in Manovra 2023.

Sento parlare e leggo dai portali che potrebbero tornare, a certe condizioni, anche le unifamiliari, differenziando il beneficio fiscale tra prime e seconde case (condivisibile), oppure tramite ISEE. Su quest’ultimo punto proprio un anno fa ci fu la levata di scudi.

Vedremo quali scenari e ipotesi diventeranno concreti. Qui puoi ascoltare la versione video dell’articolo:

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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