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Effettuando indagini su edifici multipiano costruiti nel Dopoguerra non è raro imbattersi nelle “piante tipo”

Quante volte ti è capitato di trovare una vecchia licenza edilizia con “pianta tipo” per un edificio di 20 appartamenti alto ben 5 piani ?

Direi che può capitare spesso: parte del patrimonio edilizio realizzato fino agli anni ’70 è stato costruito con elaborati progettuali semplicistici e sufficienti all’epoca, che oggi appaiono riduttivi rispetto alle norme e innovazioni sopravvenute.

Cos’è una “Pianta tipo” ?

In pratica gli elaborati progettuali di una licenza edilizia potrebbe consistere in una semplice piantina generica valevole per tutti i piani di una palazzina

Spesso riportava diciture come “conforme al piano tipo”. Essendo la pianta-tipo una rappresentazione scarna e valevole per tutti i piani, è infatti probabile che durante l’esecuzione dei lavori ci siano state varianti e personalizzazioni della distribuzione interna degli alloggi, come anche modifiche di prospetto, configurandosi come parziali difformità al progetto approvato.

La maggiore criticità di questo metodo rappresentativo, ampiamente usato in passato, deriva dalla possibile mancanza di conformità con quanto realizzato

Sono tuttavia capitati casi in cui le difformità apportate siano state notevoli e rilevanti, ad esempio in un piano potrebbe essere stato ricavato un appartamento in più che non compare nella pianta tipo approvata nella licenza edilizia (e quindi anteriore al 1977).
In questi casi in base alle vigenti norme si rischia di avere un immobile realizzato con variazioni essenziali o in difformità totale al progetto approvato.

Non era infatti abitudine dei professionisti e direttori dei lavori dell’epoca presentare varianti finali, ovvero il deposito degli elaborati contenenti la rappresentazione di quanto effettivamente realizzato. 
Ciò avrebbe ridotto una certa mole di problemi, che neppure tre condoni edilizi sono riusciti a disinnescare, tanto meno la famigerata “tolleranza edilizia”.

Con alta probabilità la cosiddetta pianta-tipo può essere stata affiancata dalla omologa sezione-tipo, uno schema che illustra in spaccato la forma e altezza dell’immobile, sempre con rappresentazione grafica minimale.

sezione tipo

esempio di “sezione tipo”

Nel tempo, l’evoluzione normativa e tecnica ha fatto sì che le caratteristiche di rappresentazione grafica/architettonica degli elaborati progettuali divenissero sempre più dettagliate, fino a diventare anche sofisticate in certi casi.

La prassi della rappresentazione con pianta-tipo ai giorni nostri fa sorridere, e provare anche una certa invidia per l’estrema semplicità con cui operavano al tempo, incomparabile all’attuale metodologia richiesta oggi da norme e regolamenti vari.

In certi casi può essere usata quella che amo definire “scialuppa di salvataggio” per alcuni casi di edificazione e di cui ne parlo in questo articolo.

Carlo Pagliai

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carlo pagliai

CARLO PAGLIAI, Ingegnere urbanista, esperto in materia di conformità urbanistica e commerciabilità immobiliare
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